Horizon 2020: i risultati dei primi 2 anni del programma per ricerca e innovazione

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La Commissione ha pubblicato il report sui risultati conseguiti dal programma Horizon 2020, dedicato a ricerca e innovazione, nel primo biennio del periodo di programmazione 2014-2020.

Secondo il rapporto “HORIZON 2020: Two years on”, tra il 2014 e il 2015 sono stati stanziati quasi 16 miliardi di euro per oltre 9.000 progetti di ricerca e innovazione. In totale, il Programma ha giudicato ammissibili circa 76.000 proposte progettuali.

In generale, è possibile affermare che Horizon 2020 sta attirando sempre più ricercatori e innovatori. Nel 2015 si è infatti registrato un aumento nelle proposte del 25% rispetto al 2014, soprattutto provenienti da imprese, il cui numero delle domande è aumentato di quasi il 27%. Inoltre, quasi il 50% dei partecipanti sono nuovi arrivati, molti dei quali sono piccole e medie imprese.

L’Italia è al terzo posto, dopo Regno Unito e Germania, per numero di candidature presentate, con un tasso di successo del 9,1% per il 2015. Il tasso medio a livello europeo è dell’11,8%.

È importante notare che in tutti i Paesi membri si è registrato un aumento della partecipazione ai bandi Horizon 2020, ma anche le candidature proposte dai Paesi associati al programma è incrementata del 42,6% dal 2014 al 2015 (Svizzera, Norvegia e Israele sono i più attivi della lista), mentre per quanto riguarda i Paesi terzi l’aumento è addirittura del 53%, prevalentemente da Stati Uniti, Cina, Canada e Australia.

Dall’inizio del periodo di programmazione 2014-2020, le candidature sono pervenute per il 39% da università, seguite dal settore privato per il 35,2 % e da un 18,4% di istituti di ricerca. Nonostante gli enti pubblici siano quelli che partecipano in misura minore (3,5%), essi hanno il tasso di successo più elevato (24,2%).

Il budget per il finanziamento dei progetti approvati è andato per il 93% ai Paesi membri dell’UE (Regno Unito, Germania e Francia sono i primi beneficiari, l’Italia è quinta), mentre il restante è andato a beneficio dei Paesi associati e dei Paesi terzi.

Gli enti che ricevono la maggior parte dei fondi restano le università che, assieme agli enti pubblici, hanno avuto il maggior incremento in termini di partecipazione e di finanziamento tra il 2014 e il 2015.

Per quanto riguarda le Piccole e Medie Imprese, anche la loro partecipazione nell’ambito del pilastro Sfide Sociali e LEIT “Leading and Emerging Industrial Technology” è aumentata, raggiungendo il 28,3%. L’obiettivo di investire il 20% del budget in questi attori è stato anch’esso soddisfatto.

Altro fattore di rilievo è la quota di cosiddetti newcomers, enti che partecipano per la prima volta e con successo a bandi Horizon2020 (e che non avevano mai partecipato alle opportunità del Settimo Programma Quadro). Ben il 49% degli applicant nel biennio di interesse è infatti alla prima esperienza di progettazione in Horizon 2020. Di questi, circa il 70% è costituito da compagnie private, evidenziando l’attrattività del programma per questo settore.

Queste e molte altre informazioni e valutazioni interessanti riguardo al programma, oltre che una serie di esempi progettuali di successo, sono disponibili nel rapporto “Horizon 2020: Two years on”.