Pubblicato il Rapporto sullo sviluppo sostenibile dell’Europa 2021

595

L’Unione Europea ha pubblicato il Rapporto sullo sviluppo sostenibile dell’Europa 2021, ormai giunto alla sua terza edizione. Il rapporto, preparato da un team di esperti indipendenti, analizza i progressi fatti dall’UE e dai suoi Stati Membri, includendo per la prima volta anche i paesi candidati, nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). 

Il rapporto è uscito in un momento storico in cui tutto il contesto europeo, e mondiale, è alle prese con la pandemia da Covid-19, che ha sicuramente influenzato i progressi europei verso lo sviluppo sostenibile. Infatti, per la prima volta dall’adozione degli SDSs nel 2015, il punteggio medio dell’indice SDG dell’UE non è aumentato, anzi è leggermente diminuito, principalmente a causa dell’impatto negativo della pandemia sull’aspettativa di vita, sulla povertà e sulla disoccupazione. Quindi, porre fine alla pandemia di Covid-19 è un prerequisito chiave per poter ripristinare e accelerare il progresso dei SDGs in Europa e nel mondo, che devono rimanere punti saldi di riferimento.

Il Rapporto mostra che l’UE deve accelerare i progressi verso molti obiettivi, ma le sue maggiori sfide deve affrontarle nei settori dell’agricoltura, del clima e della biodiversità (SDG 2 e 12-15) e nel rafforzare la convergenza degli standard di vita dei paesi. Ad esempio, la dieta della popolazione europea risulta infatti ancora poco bilanciata e caratterizzata da un consumo eccessivo di carne e zuccheri, comportamenti dannosi sia per l’ambiente che per la salute. 

Il perseguimento europeo degli obiettivi in materia di clima e biodiversità deve quindi essere accompagnati da politiche sociali ambiziose per  far sì che nessuno rimanga indietro. Sebbene ci siano sfide comuni a tutti i paesi, anche a Finlandia, Svezia e Danimarca (prime nel ranking calcolato nel Report), sono tuttavia evidenti profonde differenze tra i paesi del Nord e Sud Europa, e tra gli Stati Membri e quelli candidati all’adesione. 

Secondo il Rapporto, strumenti europei come il Multiannual Financial Framework, il NextGenEU e la Recovery and Resilience Facility sono una potenza finanziaria fondamentale per accelerare la trasformazione dell’UE nel periodo 2021-2027, nonostante qualche mancanza.

Il Rapporto indica inoltre quattro azioni prioritarie per poter accelerare il ritmo dei progressi verso il raggiungimento degli obiettivi a livello europeo e internazionale, generalmente troppo lento per raggiungere i SDGs entro il 2030:

  1. pubblicare una dichiarazione congiunta da parte della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo per riaffermare l’impegno per l’attuazione dell’Agenda 2030;
  2. redigere una comunicazione della Commissione Europea, individuando modalità, tempistiche e piani con cui l’UE intende realizzare i target dell’Agenda 2030;
  3. coinvolgere la società civile, rinnovando il mandato della Piattaforma multi-stakeholder o instaurando un nuovo meccanismo di mobilitazione;
  4. preparare una voluntary national review della Commissione Europea in vista del Summit dell’ONU sui SDGs che si terrà a settembre 2023, analizzando le priorità interne, le azioni internazionali e la diplomazia.