Istruzione e formazione: nell’UE l’abbandono precoce tocca il 9,9% dei giovani

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Secondo i recenti dati Eurostat, in UE la percentuale di ‘early leavers’, cioè giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni con al massimo un’istruzione secondaria inferiore e non impegnati in ulteriori attività di istruzione o formazione, si è attestata intorno al 9,9% nel 2020. Con questo dato si è appena raggiunto il benchmark europeo fissato per il 2020 dal quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione, ovvero avere meno del 10% di abbandoni precoci.

La situazione dei singoli Stati appare però variegata, con 9 Stati su 27 oltre il target. Tra questi troviamo anche l’Italia, quarta in classifica per percentuale di abbandoni (13,1%), preceduta solo da Romania (15,6%), Spagna (16%) e Malta (16,7%). Tra gli Stati con la minore percentuale di abbandoni precoci figurano invece Croazia (circa 2,2%), Grecia (3,8%) e Slovenia (4,1%). L’abbandono precoce è un problema non indifferente per i giovani, che possono avere maggiore difficoltà nell’inserirsi nel mondo del lavoro rispetto a chi ha proseguito gli studi o ha intrapreso un’attività formativa.

I dati emersi dal monitoraggio dell’abbandono precoce negli ultimi 10 anni (2010 – 2020) sono comunque incoraggianti, poiché si è assistito, a livello europeo, ad una diminuzione della percentuale di abbandono precoce di circa 3,9 punti percentuali. In questo trend “al ribasso” si è collocata anche l’Italia, con un meno 5,5% rispetto al 2010. Tuttavia, sono stati 6 gli Stati Membri in cui il fenomeno si è aggravato: Slovacchia (+2,9%), Repubblica Ceca (+2,7%), Ungheria (+1,3%), Svezia (+1,2%), Lussemburgo (+1,1%) e Bulgaria (+0,2%). Riuscire a diminuire ulteriormente la percentuale di abbandono precoce sarà fondamentale nei prossimi anni, soprattutto in vista del nuovo obbiettivo a livello UE: avere meno del 9% di abbandoni precoci entro il 2030. Questo target si colloca all’interno dell’Obbiettivo 4 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (“Quality education”) e rappresenterà uno dei livelli di riferimento del rendimento medio europeo sul tema.

I dati Eurostat mostrano il fenomeno dell’abbandono precoce sotto diverse angolazioni, ossia tramite un’analisi per (a) sesso, (b) condizione lavorativa e (c) grado di urbanizzazione.

(a) Abbandono precoce in relazione al sesso

La percentuale di giovani uomini che hanno precocemente abbandonato l’istruzione e la formazione è più alta rispetto a quella delle giovani donne (11,8% contro 8,0%, nel 2020; 15,9% contro 11,6% nel 2010). Questa situazione è stata registrata in quasi tutti gli Stati Membri, con un divario di genere intorno al 3,8% a livello europeo, meno del 2020, ma più del 2016. Nel 2020, l’Italia si è collocata al terzo posto in Europa per percentuale di abbandono precoce tra i giovani uomini (15,6%), mentre è al sesto posto per percentuale di abbandono precoce tra giovani donne (10,4%) – entrambe al di sopra della media europea, ma minori rispetto al 2010.

(b) Abbandono precoce in relazione alla condizione lavorativa

Nel 2020, la percentuale di giovani usciti precocemente dall’istruzione e dalla formazione comprendeva giovani occupati (4,2% della popolazione dell’UE tra i 18 e i 24 anni), giovani non occupati ma desiderosi di lavorare (3,5%) e giovani non occupati e non desiderosi di lavorare (2,2%). Solo in una minoranza di Stati Membri la percentuale di abbandono precoce di giovani occupati ha superato quella di giovani non occupati ma desiderosi di lavorare. Il divario maggiore in questo senso si è registrato in Italia, dove la percentuale di giovani che hanno abbandonato il mondo del lavoro era del 4,3%, mentre quella dei giovani non occupati ma desiderosi di lavorare era del 6,4%. La maggiore percentuale di abbandono precoce di giovani non occupati e non desiderosi lavorare si è invece registrata in Bulgaria (circa il 6%).

(c) Abbandono precoce in relazione al grado di urbanizzazione

Nel 2020, a livello europeo la maggior percentuale di abbandoni precoci è stata registrata nelle città e periferie (11,2%), cui seguono le zone rurali (10,5%) e le grandi città (8,7%). In Italia, la maggiore percentuale di abbandoni precoci si è invece registrata nelle grandi città (13,8%), cui seguono le zone rurali (12,9%) e le città e periferie (12,6%).